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26 lug 2007
Lettera aperta ai Dentisti Italiani


In merito al Profilo Professionale
degli Odontotecnici


In attesa che  il testo ufficiale del "Profilo Professionale dell'Odontotecnico", licenziato in data 11 luglio u.s. dall'apposita Commissione prevista dall'art. 5 comma 3 della Legge 1 febbraio 2006 n. 43, istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità venga diramato dagli organi istituzionali competenti, prendendo spunto da un documento fatto circolare nelle ultime ore e sostanzialmente conforme allo scritto approvato dalla Commissione di cui sopra, si ritiene opportuno formulare alcune considerazioni nel merito.
Il testo ricalca in buona parte quello approvato nel 2001 e rimasto bloccato per la mancanza dell'iter legislativo dopo la riforma del titolo V° della Costituzione, a parte l'aggiunta del paragrafo 5 (norma transitoria) e di alcune importanti modifiche apportate dalla Commissione della quale faceva parte come noto, anche il Presidente Nazionale ANDI (vedi il confronto allegato tra i due profili).
 Nello specifico, per quanto concerne il paragrafo 1 comma 3, è stato inserito al penultimo rigo:  
"l'odontotecnico, su richiesta, alla presenza e sotto la responsabilità dell'abilitato a norma di legge all'esercizio dell'odontoiatria, può collaborare .... agli atti di verifica e congruità dei dispositivi  medici su misura al solo scopo di ottimizzare, al di fuori del cavo orale, tutti gli elementi relativi esclusivamente al manufatto che egli stesso realizza."
Tale inciso, attraverso il quale la Commissione votandolo all'unanimità con un'unica astensione, ha voluto dirimere definitivamente rispetto al testo del 2001 ogni dubbio circa le competenze della nuova figura professionale, acquista ulteriore valore laddove è contestualizzato con quanto previsto al capoverso 'b', del comma 2 del paragrafo 2, laddove testualmente recita:
"esegue, su indicazione dell'abilitato all'esercizio dell'odontoiatria, le modifiche etc etc".

In sostanza come risultante dai vebali, la Commissione ha voluto chiarire che la nuova figura professionale individuata non potrà in alcun modo accedere al cavo orale del paziente soprattutto rispetto alle prove di congruità dei manufatti che rimangono esclusivo appannaggio dell'odontoiatra.
Un altro aspetto significativo aggiunto al comma 2 del paragrafo 1 è che: oltre a ribadire le competenze dell'odontotecnico rispetto alle specifiche cliniche e progettuali stabilite dall'abilitato a norma di legge l'esercizio dell'odontoiatria, viene a quest'ultimo riservato in via esclusiva ogni atto preventivo, diagnostico, terapeutico e riabilitativo.
Questa integrazione assume particolare  rilevanza se riferita all'art. 2 della Legge 251 del 2000.
Da segnalare inoltre ulteriori integrazioni, tra cui quella al comma 3 del paragrafo 3, laddove è previsto che le Università provvedano alla formazione dell'odontotecnico attraverso la facoltà di medicina e chirurgia, in collaborazione con altre facoltà.
L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani si è sempre schierata contro la formulazione di un nuovo profilo dell'odontotecnico, peraltro sostenuto dagli interessati sulla base di un impianto legislativo il cui iter comunque è tutto da verificare.
Primaria obiezione è che, proprio in base a quanto previsto dalla legge n. 43 del 2006, è facoltà della Conferenza Stato Regioni individuare il fabbisogno sul territorio delle nuove figure professionali in ambito sanitario. Non risulta che tale fabbisogno sia mai stato espresso per la figura dell'odontotecnico.
Al conseguimento del risultato ottenuto è stata certamente determinante la presenza in ambito della preposta Commissione del Presidente Nazionale ANDI, che si è espresso per il NO all'istituzione del profilo dell'odontotecnico in ambito sanitario ed ha votato NO al suo inserimento in un percorso formativo in ambito della facoltà di Medicina e Chirurgia.
Determinante l'intervento  del Presidente FNOMCeO Dr. Amedeo Bianco unitamente a quello del Dr. Guido Marinoni entrambicomponenti del CSS,  per la modifica al testo del profilo, salvo ugualmente votare NO rispetto all'approvazione del testo finale. 
Durante i confronti su argomenti come quello in oggetto è da tenere conto che evidentemente non vengono rappresentati solamente gli interessi di una parte, cioè quelli dei dentisti italiani, ma vengono anche significate le posizioni del Ministero, dell'Università, degli odontotecnici e comunque dei vari componenti la Commissione preposta.
Queste importanti realtà hanno manifestato posizioni spesso in antitesi con quelle dell'odontoiatria, ed in generale della professione medica rendendo quindi possibile l'approvazione a larga maggioranza del testo in oggetto.
In tal senso si desidera nuovamente ringraziare i Colleghi sopracitati, per l'incisivo sostegno dimostrato alle tesi di ANDI.
Siamo convinti che solamente un "interesse verticistico" ha portato alla approvazione del nuovo testo.
In conclusione, le modifiche apportate al testo del profilo  in realtà lo "sterilizzano", creando una grave criticità per le organizzazioni sindacali degli odontotecnici. In tal senso è comprensibile l'estremo tentativo da parte delle stesse di cercare di sminuire il grave insuccesso conseguito, soprattutto in funzione della mancata istituzione della figura dell'odontoprotesista.
Più volte in questi mesi si era riaffermato l'impegno di ANDI per evitare che nel cavo orale del paziente venissero apposte "più di venti dita", le dieci del dentista e le dieci dell'igienista. L'impegno, ancora una volta, è stato mantenuto.  
Grave preoccupazione si manifesta per il reale rischio del depauperamento progressivo dell'importante realtà rappresentata dall'odontotecnica nel contesto del panorama dentale italiano.
Ammesso e non concesso che il testo del profilo approvato venga reso operativo in un futuro DPR, verremmo a trovarci infatti tra qualche anno a dover cercare odontotecnici all'estero in quanto del tutto sconveniente sarebbe l'iscrizione ad un corso di laurea triennale che di fatto permetterebbe le medesime mansioni previste ora, mentre attualmente l'iter formativo del quinquennio di scuola secondaria odontotecnica garantisce una formazione completa ed adeguata.

Riprendendo un passaggio della lettera aperta agli odontotecnici italiani, divulgata contenstualmente alla presente: meglio un grande artigiano che un piccolo professionista che rischia di approcciarsi al mondo del lavoro con delle "mani già vecchie".
E' fondamentale stigmatizzare il clima spesso improntato alla sterile ed inefficace demagogia alimentato da più parti volto a determinare un conflitto intercategoriale tra odontoiatri ed odontotecnici.
L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani in tal senso ha sempre mantenuto in questi mesi, e continuerà a farlo, un atteggiamento responsabilmente costruttivo, soprattutto in favore del cittadino-paziente italiano la cui tutela passa anche dalla più volte richiesta di inasprimento delle pene per reati ascrivibili all'esercizio abusivo della professione ma anche rispetto al prestanomismo, sino alla revisione della normativa che consente la costituzione di società interprofessionali.
In tal senso è evidente che il comma 3 del paragrafo 1 responsabilizza fino in fondo l'atteggiamento etico e deontologico dell'odontoiatra.
Questo impegnativo confronto è servito comunque per palesare che rispetto alle logiche del passato gli ordinamenti della Professione andranno d'ora innanzi definiti con la Professione stessa e non imposti da chicchessia, nel contesto di un sistema di moderna governance in cui l'estremo appello ai principi non deve essere inteso come mancanza di argomentazioni od esaurimento della normale dialettica rispetto ad una situazione socio economica, come quella italiana, in fase di profondi cambiamenti ed in cui è assolutamente necessario confrontarsi senza atteggiamenti di retroguardia con realtà quali la concorrenza, il mercato e sinanco il sociale.
L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani invita tutti i propri iscritti a sostenere il "Made in Italy" soprattutto in ambito odontotecnico, in una fase in cui, come risaputo, v'è la tendenza a ricercare anche in questo settore mercati all'estero.
Il patrimonio costituito dall'odontotecnico italiano va preservato anzitutto coltivando un rapporto sempre più sinergico, nell'ambito delle proprie competenze, teso a valorizzare sempre più la qualità di quel sistema assistenziale odontoiatrico che ha portato la salute del cavo orale del paziente italiano ad essere tra le migliori al mondo.
 
La Segreteria di Presidenza.

L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani conta ad oggi 21180 iscritti certificati, che rispetto al codice di attività 85.130 degli studi di settore costituiscono oltre il 57% degli esercenti l'attività professionale in modo prevalente.

Roma, 17 luglio 2007




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