Il mondo della professione odontoiatrica
ANDI Campania seleziona e pubblica per i propri iscritti notizie relative all’ambito odontoiatrico con specifici riferimenti a tematiche di carattere scientifico e professionale.
L’obiettivo di ANDI Campania è quello di divulgare informazioni puntuali e dettagliate al fine di fornire ai propri soci uno strumento di costante aggiornamento.
Notizie > ANDI Campania Torna all'elenco
26 lug 2007
Lettera aperta agli Odontotecnici Italiani
una stampa di questo messaggio al proprio odontotecnico
In merito al Profilo Professionale
dell'Odontotecnico
E' unanimemente riconosciuto che lo stato di salute orale del paziente italiano è tra i migliori tra le popolazioni del mondo.
L'odontoiatria italiana ha raggiunto questo lusinghiero risultato certamente grazie al livello di preparazione dei dentisti del nostro paese, ma anche per la qualità dei manufatti realizzati dagli odontotecnici italiani.
In questi ultimi mesi, relativamente all'approvazione del nuovo profilo professionale dell'odontotecnico, avvenuta, come primo momento, mercoledì 11 u.s. da parte dell'apposita Commissione prevista dall'articolo 5 comma 3 della legge 1 febbraio 2006 n. 43 ed istituita presso il Consiglio Superiore di Sanità, si è venuto a determinare un clima, alimentato da più parti, atto a determinare una sorta di scontro intercategoriale tra odontoiatri ed odontotecnici, la maggior parte dei quali in realtà gran poco sapevano di quanto si stava verificando.
Al di là dei comprensibili tentativi in corso in queste ore da parte delle rappresentanze sindacali degli odontotecnici di attenuare i contraccolpi politico-sindacali per l'approvazione da parte della Commissione sopracitata di un profilo che non consente di fatto al futuro odontotecnico laureato nessuna nuova mansione ne un diretto contatto con il paziente, si deve prendere atto della realtà dei fatti.
Nessuno si è mai permesso di negare all'odontotecnico italiano la possibilità di intraprendere un percorso formativo di laurea breve, anche se in fondo ci si chiede che cosa possano dare in termini di apprendimento tre anni di studi universitari rispetto ai cinque di scuola media superiore.
In sostanza meglio un grande artigiano che un piccolo professionista che rischia di approcciarsi al mondo del lavoro con "mani già vecchie".
La normativa attuale prevede tuttavia di fatto, seppur con molte nostre perplessità, di definire il percorso formativo in essere.
Non si è mai realmente dubitato del fatto che alcuni odontotecnici italiani volessero, con queste aspettative, immaginare un contatto diretto con il paziente. Chiunque abbia una particolare vocazione in tal senso può liberamente, come già in moltissimi casi è accaduto, iscriversi al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria e svolgere a pieno titolo la professione di odontoiatra.
In realtà il documento fatto circolare nelle ultime ore e sostanzialmente conforme al testo licenziato dalla Commissione indetta presso il Consiglio Superiore di Sanità (vedi allegato) di fatto prevede un corso di laurea triennale per esercitare le stesse mansioni attuali, senza abilitare l'odontotecnico a fare nulla di più e nulla di diverso rispetto a quanto non faccia ora.
In tal modo si è garantita, in termini di trasparenza e non solo, la tutela della salute del cittadino-paziente italiano.
Certamente ha vinto l'Università italiana che ha raggiunto il proprio obiettivo di avere in ambito medico il Corso di Laurea in Scienze Odontotecniche, sempre ammesso che la Conferenza Stato Regioni ed altre situazioni istituzionali diano il via libera definitivo al nuovo profilo approvato.
Non dimentichiamo infatti che proprio la legge n. 43/2006 prevede che il fabbisogno dell'istituenda nuova figura rispetto alle necessità del territorio venga definito dalla Conferenza Stato Regioni, ed allo stato attuale la necessità di questa figura non è stata ancora da nessuna Regione esplicitata.
L'odontoiatria italiana si è schierata contro l'ipotesi di questo profilo non certo per una difesa corporativa di interesse, ma perchè ha individuato in questa operazione un qualcosa di deleterio che non avrebbe favorito in alcun modo il paziente, il dentista ne tantomeno l'odontotecnico italiano, un profilo in antitesi tra l'altro con la realtà formativa del resto dell'Europa.
Siamo preoccupati dal fatto che con questa situazione tra qualche anno, l'importante figura dell'odontotecnico come è ora intesa nel panorama dentale italiano verrà gradualmente a scomparire.
Quale l'interesse ad iscriversi ad un corso di laurea che non da sbocco alcuno in termini occupazionali, se non esercitare le mansioni svolte a tutt'oggi?
L'odontoiatria italiana dovrà rivolgersi sempre più all'estero per trovare valide figure che realizzino i manufatti indispensabili per la riabilitazione del paziente?
Crediamo che il modello di assistenza odontoiatrica che si è affermato con successo nel nostro Paese debba invece consolidarsi sempre più, e l'invito ai dentisti italiani è di promuovere anche e soprattutto per l'ambito odontotecnico il "Made in Italy".
La preparazione e l'esperienza dell'odontotecnica italiana è un partimonio che non si può depauperare in virtù di qualsiasi logica di interesse verticistico.
E' probabile che questo scritto possa determinare reazioni di vario genere, ma l'atteggiamento della dirigenza ANDI è improntato unicamente al confronto leale e diretto per la concreta salvaguardia del "sistema dentale italiano".
La Segreteria di Presidenza.
L'Associazione Nazionale Dentisti Italiani conta ad oggi 21.210 iscritti certificati, che rispetto al codice di attività 85.130 degli studi di settore costituiscono oltre il 57% degli esercenti l'attività professionale in modo prevalente.
Roma, 17 luglio 2007