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05 nov 2014
Il Dossier Formativo Individuale e le ultime indicazioni per la Formazione Continua


In questo intervento si segnalano le ultime novità in termini di ECM, un percorso in continua evoluzione.

Innanzitutto, a partire dal 1° settembre 2014 ed in base alle ultime indicazioni della Commissione Nazionale per la Formazione Continua, cambia la modalità di compilazione, se eseguita via on line, dei test di verifica dell’apprendimento per l’acquisizione dei crediti ECM, sia per i corsi residenziali sia per i corsi FAD. Per i corsi residenziali è ora possibile effettuare una sola (e non ripetibile) compilazione del test di verifica ed il questionario non potrà essere in nessun modo ripetuto: diversamente il test non sarà considerato valido ai fini dell’acquisizione dei relativi crediti ECM.

In riferimento alla Formazione a Distanza (FAD), non sarà più possibile effettuare un numero “illimitato” di tentativi del test di valutazione dell’apprendimento: è stato infatti stabilito un limite massimo di ripetizioni della prova di verifica di 5 possibilità.
A partire dal 30 giugno u.s. è poi entrato in vigore il Dossier Formativo Individuale (DFI), cioè lo “strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network professionale)” (Definizione nell’Accordo Stato-Regioni del 01/08/2007). La logica di tale strumento è quella di avviare un percorso che mira a definire in termini oggettivi la qualità della formazione continua individuale, laddove ad oggi la certificazione dei crediti ECM avviene unicamente su base quantitativa.
La qualità della formazione continua deriva dalla scelta che viene espressa, in modo autonomo ed in relazione al reale sentimento di fabbisogno formativo, da parte del singolo professionista, avviando il percorso verso la certificazione delle competenze del professionista.

Ciò si traduce nella necessità che tutti i professionisti (sia dipendenti sia liberi professionisti) si registrino sul sito Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie – www.cogeaps.it), accedano ai propri dati e compilino quanto prima il proprio dossier atteso, cioè la loro singola aspettativa di formazione continua per il triennio 2014-2016.
Il professionista dovrà programmare la sua formazione in termini di 33 obbiettivi formativi, che si suddividono in 3 aree, definite di “competenza”:

    Competenze tecnico-professionali (comprendono 13 obbiettivi formativi)
    Competenze di processo (comprendono 12 obbiettivi formativi)
    Competenze di sistema (comprendono 8 obbiettivi formativi)

Il DFI dovrà essere definito secondo una programmazione che preveda una ripartizione di argomenti liberamente distribuita fra le tre aree di competenza, avendo tuttavia presente che ciascuna area deve essere rappresentata per almeno il 10 % nel complesso delle scelte.
E’ fatto obbligo ad ogni Provider ECM di pubblicare l’obiettivo formativo di ogni evento organizzato su ciascun materiale di diffusione e comunicazione dell’incontro allo scopo di consentire la identificazione della appartenenza del tema dell’appuntamento culturale ad una specifica area di competenza. (Determina Commissione Nazionale Formazione Continua – CNF – del 17/07/2013). Anche nella certificazione dei crediti assegnata ogni Provider dovrà evidenziare l’obbiettivo formativo dell’evento e l’area di competenza. Ai soli liberi professionisti è consentito variare il progetto di DFI anche nel corso del triennio.

Al termine del periodo 2014-2016 si dovranno conseguire 150 crediti ECM, da ottenere nell’ambito di una scelta di formazione suddivisa fra gli obbiettivi formativi presenti fra le tre aree di competenza: è poi delegato agli Ordini professionali il successivo compito di rivalutazione a posteriori e di convalida (o meno) del percorso formativo seguito.
Il DFI è un ulteriore strumento affinché la formazione ECM divenga effettivamente partecipata, legata ai bisogni formativi del singolo professionista e sia sempre più diffusa? Noi riteniamo che il percorso intrapreso sia complesso e che, almeno al momento, manchi ad esso un criterio oggettivo di verifica della effettiva capacità di tale strumento a conferire qualità all’aggiornamento continuo del professionista. Il DFI dovrebbe poi essere semplificato e prevedere formule di incentivazione, necessarie perché la formazione continua in medicina possa effettivamente centrare l’obbiettivo finale che è quello di una sanità aggiornata, efficace e ben funzionante al servizio del cittadino.

Dubbi poi restano circa le effettive capacità di valutazione obbiettiva da parte dei singoli Ordini.
ANDI seguirà con attenzione e partecipazione gli sviluppi del DFI con l’obbiettivo di contribuire alle realizzazione di un mezzo realmente utile a garantire una formazione efficace e aderente alle necessità professionali.




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