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05 ott 2012
I Dentisti non sono evasori. ANDI contro gli attacchi della stampa alla professione


I Dentisti non sono evasori. ANDI contro gli attacchi della stampa alla professione"Basta descriverci come evasori denigrando l'intera nostra professione, scovate e punite chi evade realmente e date la possibilità ai pazienti di detrarre interamente la nostra fattura". E' questo lo sfogo del Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada, dopo gli articoli comparsi oggi su alcuni quotidiani che indicano i dentisti tra i professionisti che evadono di più. “Una strumentalizzazione”, sostiene il Presidente Prada.
"Il Rapporto Eures, indica chiaramente che i dentisti non sono certo tra le categorie che evadono di più, neppure tra i liberi professionisti; soprattutto se consideriamo il dato che indica come i dentisti sono i professionisti a cui, in assoluto, i cittadini si rivolgono più spesso".
Il Rapporto analizza il comportamento fiscale di 52 categorie di lavoratori (14 artigiani e 8 fornitori di servizi alla persona, 10 professionisti, 16 commercianti, 4 operatori pubblici e privati nel settore alloggiativo e turistico-ricettivo), attraverso l’esperienza diretta di un campione di 1.225 Italiani, rappresentativo della popolazione residente.
Dai dati pubblicati sono artigiani come idraulici o giardinieri (62%), stabilimenti balneari (62,9%), lavori come il docenti che danno ripetizioni (89% in nero), badanti/babysitter (63,2%), collaboratrici domestiche (61,5%) a far segnare percentuali di nero molto elevate.
Per quanto riguarda i liberi professionisti il 3° Rapporto Eures evidenza una incidenza degli evasori che spesso è vicina alla metà dei professionisti incontrati dal campione. In particolare sono gli avvocati quelli che più frequentemente non adottano un comportamento regolare (42,7%); seguono i geometri (40,2%), gli psicologi e gli psichiatri (40%), gli architetti (38,7%), i dietologi e i nutrizionisti (38%), i medici specialisti e i dentisti (entrambi con una percentuale di evasori pari al 34%), mentre più distanziati si trovano i veterinari (25,3%) e i commercialisti (23,5%), seguiti dai notai (19,5%).
Dentisti che sono agli ultimi posti anche tra i professionisti che emettono la fattura ma di un importo minore di quanto realmente corrisposto a fronte di uno sconto per il paziente. Solo il 5,5% dei dentisti ha seguito questa pratica, peggio hanno fatto gli architetti (18,7%), i geometri (10,3%), i notai (8,7%) e gli avvocati (7,8%).
Certo, il numero che indica nel 34% l'incidenza di evasori nella nostra professione, anche se minore rispetto ad altre, non può farci stare tranquilli”.
Ma quanto è reale quel dato, si chiede il Presidente Prada?
“Attraverso gli studi di settore, il redditometro, l'anagrafe tributaria, le verifiche bancarie, i continui controlli negli studi, noi dentisti siamo 24 ore su 24 sotto la verifica del fisco e i dati che emergono dalle verifiche non sono drammatici come quelli che ciclicamente sono diffusi da ricerche e sondaggi. Indubbiamente nella nostra categoria, come in tutti i settori produttivi del nostro Paese, ci sono alcuni colleghi che evadono, ma i primi ad essere penalizzati sono proprio i dentisti seri che rispettano le regole e che, proprio a causa della pressione fiscale che incide ben oltre il 60% sul costo delle nostre parcelle, sono ingiustamente considerati troppo cari. Da tempo – ricorda il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada – chiediamo ai governi che si sono succeduti alla guida del nostro Paese che il paziente possa detrarre maggiormente il costo delle nostre prestazioni, cosa che non renderebbe più conveniente ottenere prestazioni in nero. Sarebbe il modo più semplice per rendere conveniente al paziente chiedere la ricevuta al proprio dentista ma anche per agevolare i cittadini italiani nel mantenere sana la propria saluta orale”.




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