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11 set 2007
Dentisti evasori, Concorsi facili, Allarme previdenza.


LE RISPOSTE DI ANDI

In merito alle tematiche in oggetto ampiamente riportare in queste ore dai quotidiani, l'Associazione ha diramato oggi i seguenti comunicati stampa:

COMUNICATO STAMPA

 

ANDI al Ministro Turco:
i dentisti pagano le tasse

In relazione alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute Livia Turco sull'evasione fiscale di medici ed odontoiatri, Roberto Callioni, Presidente dell'ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) -  l'associazione che con oltre 21.500 iscritti certificati è la più rappresentativa in ambito odontoiatrico (circa il  60 per cento rispetto ai dati degli studi di settore) - ha dichiarato: "Certamente anche in ambito odontoiatrico esiste il deprecabile fenomeno dell'evasione fiscale e, per i dentisti che si comportano in modo corretto, il collega evasore di fatto è uno sleale concorrente, non solo in termini tributari, ma anche previdenziali. Desidero tuttavia sottolineare che il continuo costruttivo confronto di questi anni tra l'ANDI ed il SOSE, rispetto agli studi di settore, ha consentito di evidenziare che gli odontoiatri, rispetto a molte altre attività libero professionali, le tasse le pagano. D'altro canto le verifiche fiscali che a tappeto interessarono la categoria nel 1994, per stessa ammissione dell'amministrazione tributaria, non portarono a significativi risultati in termini di recupero di evasione. Non dimentichiamo - conclude il Presidente dell’ANDI – che, per la natura stessa del modello privatistico, l'odontoiatria di qualità comporta dei costi spesso elevati,  detraibili seppur parzialmente, rispetto alle fatture fornite da altri professionisti. In sostanza è tutto interesse del paziente pretendere dal dentista la parcella sanitaria. Più volte l’ANDI ha chiesto ai ministeri competenti l'incremento della deducibilità delle spese sanitarie, anche per favorire l'accesso alle cure odontoiatriche ad un sempre maggior numero di pazienti ".

COMUNICATO STAMPA

 

Andi: no ai concorsi truccati
sì al numero programmato
in Odontoiatria
 

Prendendo spunto dalle polemiche sulle fughe di notizie relative ai contenuti dei test di ammissione ai corsi di laurea specialistica in Medicina ed Odontoiatria, il dottor Roberto Callioni, Presidente dell'ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) ­-- che con oltre 21.500 iscritti certificati è la più rappresentativa in ambito odontoiatrico -- ricorda che "l'ANDI ha più volte segnalato in passato ai responsabili delle prove di accesso ai corsi di laurea in Odontoiatria situazioni di possibili irregolarità: gli articoli comparsi sui maggiori quotidiani confermano tali sospetti. La preoccupazione maggiore della nostra associazione, oltre alla richiesta di corretto svolgimento delle prove, sta nel pericolo che i ricorsi, e le possibili future sanatorie incardinate sulle irregolarità dei test, inficino il numero programmato, strumento essenziale per la corretta formazione dei futuri odontoiatri".

COMUNICATO STAMPA

L’Andi con la Fimmg a difesa dell’Enpam
Chiesto un incontro al Ministro Damiano

L’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) – la maggiore associazione di odontoiatri, con oltre 21 mila iscritti – si associa alla richiesta della Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia) di incontrare il ministro del Lavoro Cesare Damiano per esprimergli la forte preoccupazione dei dentisti italiani in relazione alle possibili ricadute negative sulla qualità del trattamento pensionistico che la Finanziaria 2007 (nella parte riguardante i criteri per la redazione dei bilanci tecnici) e la recente bozza di decreto ministeriale possono determinare. La legge ha imposto al nostro ente di previdenza privatizzato (Enpam) bilanci tecnici in equilibrio prospettico per un periodo non inferiore ai trent’anni rispetto agli originali quindici, prevedendo il commissariamento in caso di inadempienza. Ora si vorrebbe ulteriormente innalzare a cinquanta anni il termini temporale e ciò comporta la necessità, attraverso l’incremento della contribuzione o la riduzione delle prestazioni, di aumentare notevolmente la componente patrimoniale del nostro ente, senza tenere conto degli specifici andamenti demografici e di redditività dei fondi.




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