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15 apr 2015
Pubblicità sanitaria scorretta. Prada: per noi è dannosa per il paziente. Sottoporremo i casi più eclatanti all’Authority


Dopo la sentenza del Tar Lazio che ha confermato, di fatto, la posizione dell’Antitrust in merito alla pubblicità sanitaria ed alla impossibilità di sanzionare gli iscritti da parte della FNOMCeO, ci sono dei margini per arginare il fenomeno della pubblicità?

“Se non ci sono li troveremo e come ANDI abbiamo già realizzato il nostro Codice Etico che prevede limiti molto più restrittivi di quelli del Codice Deontologico Medico e ci permette di sanzionare i nostri Soci, liberamente iscritti al Sindacato”, dice il Presidente ANDI Gianfranco Prada.

Ricordiamo che il Tar con la sentenza numero 04943/15 ha ritenuto non compatibili con le norme in tema di liberalizzazione del mercato alcuni articoli del Codice di Deontologia medica, in particolare quelli sul decoro ed i messaggi pubblicitari.

“Il problema della pubblicità sanitaria – continua Prada – non è di concorrenza, di voler impedire agli studi odontoiatrici di farsi conoscere ma del tipo d’informazione data al cittadino”.
“Quanti messaggi pubblicitari risultano fuorvianti se non errati e cercano di indurre il cittadino a “comprare” un determinato tipo di prestazione, al di là delle sue esigenze cliniche”, si chiede Prada. “Un legislatore sensato ed illuminato, come avviene in molti altri Paesi europei, non dovrebbe preoccuparsi di garantire la concorrenza tra i medici, che in Italia è libera, ma di impedire che il cittadino venga indotto a sottoporsi a terapie inutili se non dannose, di impedire che vengano create finte illusioni in un settore come quello della salute estremamente delicato. Il caso Stamina ne è la conferma”, accusa Prada.

“La sanità – spiega Prada – non è un bene da vendere ma un valore da promuovere e questo non lo si ottiene cercando di convincere più cittadini possibile a comprare una cura ma sensibilizzandoli e lasciando lavorare, secondo scienza e coscienza, i medici ed i dentisti”.

“In attesa che la politica si “illumini”, anche su questo versante, e vista la decisione della Federazione di sospendere, momentaneamente, gli articoli del Codice di Deontologia medica sotto accusa, come ANDI stiamo valutando di sottoporre all’attenzione dell’Authority i messaggi pubblicitari che riteniamo scorretti o fuorvianti chiedendo di sanzionare lo studio odontoiatrico che li ha veicolati”.
“Come può passare un messaggio che propone uno sconto percentuale sul prezzo medio di una prestazione odontoiatrica quando non esiste, per legge, un tariffario. Non si tratta di decoro professionale, questa è una pubblicità ingannevole”,
sostiene Prada.




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